Revoca del fido bancario
Che cos’è la revoca del fido bancario?
Il fido bancario comprende le linee di credito concesse dalle banche ai correntisti per un periodo di tempo determinato o indeterminato.
Ciò includono gli scoperti del conto (castelletti), gli scoperti soggetti a incasso, di importazione e di esportazione.
Per cancellazione o revoca di un fido o credito bancario si fa riferimento alla situazione in cui la Banca, davanti a una giusta motivazione, sospende una linea di credito concesso al cliente, ad esempio perché il rating è diminuito o peggiorato e la sua solvibilità non può più essere garantita.
Le ragioni per cui una banca può procedere alla cancellazione di un fido possono essere diverse.
Tra i più comuni vi sono:
- un protesto;
- mutui e finanziamenti con rate non pagate
- una segnalazione da parte delle banche.
L’art. 1845 del Codice civile stabilisce che le banche devono rispettare le seguenti condizioni per l’utilizzo delle linee di credito bancarie.
- Se il contratto è a tempo determinato, la banca non può recedere dal contratto prima della scadenza del termine, se non per una adeguata motivazione, rispettando un termine di almeno 15 giorni entro il quale deve essere restituito l’importo utilizzato, corredato di adeguata motivazione.
- Se la linea di credito bancaria è a tempo indeterminato il fido di norma sarà rivalutato periodicamente (di solito annualmente) e potrà essere aumentato, ridotto o cancellato. Ciascuna delle parti può recedere dal contratto, entro il periodo stabilito dal contratto stesso. Per convenzione o, se ciò non è possibile, con un preavviso di 15 giorni.
Cosa fare se il fido viene cancellato?
In primo luogo è necessario verificare la legittimità della revoca, cioè quindi se sono state rispettate le disposizioni del codice civile all’art 1845. Si deve quindi capire se ci sono valide motivazioni alla revoca del fido bancario.
Di norma, la Banca non può interrompere il fido senza preavviso e senza motivazione.
In caso contrario, il cliente avrà sempre diritto di chiedere risarcimento danni all’Arbitro Bancario e Finanziario o presso il Tribunale competente per la revoca del fido bancario illegittima e senza valida motivazione.
Se la cancellazione del fido è ingiustificata, si deve chiedere aiuto a un legale esperto di diritto bancario per effettuare tutte le valutazioni del caso, in particolare per quanto riguarda i motivi che hanno portato la Banca alla sospensione e alla revoca del fido bancario o linea di credito.
Spesso infatti, analizzando il contratto o il rapporto bancario, si possono rivelare anomalie o possibili irregolarità. In questi casi, se negoziata nel modo giusto, e con il supporto di una adeguata perizia tecnica, la trattativa con la banca può finire con un accordo che prevede la cancellazione della revoca di fido.
In questi casi, è importante affidarsi professionisti qualificati in campo legale e tecnico, che possano quindi fornire tutti gli strumenti e le conoscenze necessarie per comprendere e valutare le giuste azioni da intraprendere, a seguito della revoca del fido.
Piano di rientro del fido bancario
Il piano di rientro bancario è il rimedio stragiudiziale più semplice alla revoca del fido con richiesta di rimborso delle somme dovute.
Il piano di rimborso, è un importo concordato tra la banca e il cliente da pagare a rate fino alla completa estinzione del debito.
La banca e il titolare del conto devono accordarsi per trovare una soluzione che soddisfi le richieste di credito dell’istituto finanziario e offra al titolare del conto di pagare le rate senza difficoltà e problemi. E’ quindi essenziale, che il debitore elabori un piano di rientro realistico e sostenibile.
Anche in questo caso è importante affidarsi ad esperti professionisti nel diritto bancario. Loro sanno come sviluppare un’analisi utile e dimostrare alla banca che il piano di rientro è realmente sostenibile dal cliente. Possono anche essere in grado di negoziare un piano di rimborso che sia il più favorevole possibile per il titolare del conto, fornendo una relazione economica sull’accordo tra le due parti, sui dettagli del conto del debitore e sui termini e le condizioni applicati dalla banca per garantire che non vi siano irregolarità o variazioni.
Sarà la banca, dopo aver valutato la proposta, a decidere se accettare o rifiutare il piano di rientro proposto dal correntista.