Cass. 17.9.25 n. 25547
LA CASSAZIONE IMPONE MAGGIORE RIGOROSITÀ NELLA PROVA DELLA TITOLARITÀ DEI CREDITI: NON BASTA LA GAZZETTA UFFICIALE.
In una recente ordinanza, la Corte di Cassazione (n. 25547 del 17 settembre 2025) ha stabilito un principio fondamentale per le società di recupero crediti: la pubblicazione dell’avviso di cessione in blocco sulla Gazzetta Ufficiale non è sufficiente a dimostrare la titolarità di un credito specifico. Questo pronunciamento si inserisce in un contesto giurisprudenziale sempre più rigoroso, che richiede prove documentali concrete per confermare la legittimazione sostanziale delle società cessionarie.
IL CASO E IL PRINCIPIO DI DIRITTO.
La vicenda esaminata dalla Suprema Corte riguardava un’azione revocatoria promossa da una società cessionaria di crediti bancari. La società aveva tentato di dichiarare inefficace un trasferimento immobiliare tra due ex coniugi, ma la legittimazione attiva era stata contestata dalla parte convenuta. La Corte d’Appello aveva inizialmente accolto la posizione della società, ma la Cassazione ha ribaltato la decisione, sottolineando che la prova della titolarità del credito non può basarsi unicamente sulla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
L’ONERE DELLA PROVA.
La Cassazione ha chiarito che la pubblicità prevista dall’art. 58 del Testo Unico Bancario (TUB) ha una duplice funzione: rende la cessione opponibile al debitore, ma non costituisce prova dell’inclusione di un credito specifico nell’operazione di cessione. Pertanto, le società cessionarie devono produrre documentazione contrattuale dettagliata, come il contratto di cessione e gli allegati che identificano i crediti trasferiti.
IMPLICAZIONI PRATICHE.
Per i debitori, questa sentenza rappresenta un’importante tutela, consentendo di contestare richieste di pagamento basate su prove insufficienti. Per le società cessionarie, invece, emerge la necessità di una gestione documentale impeccabile, pena il rischio di vedere respinte le proprie pretese e di dover sostenere le spese legali della controparte.
In sintesi, la decisione della Cassazione rafforza la protezione dei debitori e impone maggiore trasparenza e rigore nel mercato delle cessioni di crediti, affermando che la titolarità di un diritto deve essere provata senza ombra di dubbio.

